Capita spesso che ci si faccia allettare da pannelli LED apparentemente miracolosi che poi, all’atto pratico, si rivelano di dubbia utilità. Scopriamo allora insieme come valutare correttamente la potenza dei LED!
Messa a punto negli anni ’60 del secolo scorso ed oggetto di una continua e costante, la tecnologia LED è oggigiorno sempre più diffusa e popolare.
Le caratteristiche offerte da questa nuova sorgente luminosa hanno consentito di “mandare in pensione” senza troppi rimpianti le vecchie lampadine ad incandescenza ed a fluorescenza, permettendo la realizzazione di illuminatori compatti, leggeri, alimentabili a batterie ed in grado di trasformare la maggior parte dell’energia elettrica in energia luminosa, minimizzando quindi la dispersione sotto forma di calore.
I livelli di luminosità e, soprattutto, di qualità della luce ormai raggiunti dal LED ne consentono un efficace impiego sia per usi generici, come quello dell’illuminazione domestica, che in campi più specifici, come l’illuminazione per riprese foto e video.
L’offerta di illuminatori LED è quanto mai vasta e variegata e la nuova tecnologia ci ha costretto a riconsiderare alcune radicate abitudini.
Negli articoli precedenti abbiamo ad esempio sfatato il falso mito della “caduta rapida” della luce LED, introducendo tra le altre cose il concetto di illuminatore COB od a pannello. Il primo è modulabile con accessori mentre il secondo ha una resa più morbida e “pronta per l’uso”. Soprattutto però abbiamo scoperto quali unità di misura utilizzare per poterne confrontare le potenze.
Ed è proprio a proposito della potenza che scaturisce una domanda sempre più comune, ma per la quale non esiste una risposta immediata, ovvero:
La potenza del LED è relativa
Capita spesso che ci si faccia allettare dalle offerte commerciali di pannelli LED apparentemente miracolosi che poi, all’atto pratico, si rivelano di dubbia utilità.
Come abbiamo già visto, i produttori indicano le “potenze” esprimendole in Lux, in Lumen o anche in Watt. Unità di misura, quest’ultima, che si riferisce in realtà all’assorbimento elettrico del pannello più che alla sua efficienza luminosa.
Queste diverse grandezze possono risultare poco intuitive. Chi fotografa, infatti, è abituato a misurare la luce con parametri “fotografici” quali tempo di posa, diaframma ed ISO. Del resto lo stesso accade con i flash, la cui potenza viene espressa in Watt secondo (Ws) o in Joule, ma quello che il fotografo vuole conoscere è il “numero guida”, ovvero il valore in grado di indicare quale diaframma utilizzare ad una certa distanza e con una certa sensibilità.
Come già illustrato negli articoli precedenti, la forma e la struttura della sorgente influenzano la quantità di luce che arriva sul soggetto e pertanto non è possibile costruire una tabella universalmente valida che metta in correlazione la potenza dell’illuminatore LED con i parametri di esposizione da utilizzare.
Prima di passare ad un’analisi più tecnica propongo però di partire da un approccio differente. Cerchiamo di capire il vero motivo per cui ci stiamo rivolgendo ad una sorgente di luce artificiale.
Perchè ricorriamo ad un illuminatore LED?
Se siamo alla ricerca di una luce da impiegare in un ambiente buio, in assenza di altre sorgenti luminose, non avremo grossi vincoli. Grazie alle sensibilità sempre più elevate raggiungibili dalle moderne fotocamere, sarà sufficiente accendere il nostro LED e “spingere” sull’impostazione degli ISO della macchina fotografica sino ad ottenere i parametri di esposizione desiderati, mettendo in conto un certo degrado della qualità all’aumentare del valore ISO.
Diverso e paradossalmente più complicato è il caso in cui si voglia utilizzare l’illuminatore in ambienti dove sono presenti altre sorgenti luminose. In questo caso, infatti, dovremo innanzitutto tenere in considerazione il livello di luminosità dei punti luce già presenti sulla scena ricordando che, affinché il nostro led possa fungere da luce principale, esso dovrà essere in grado di emettere una luce molto più potente di quella presente nell’ambiente. In caso contrario il led potrà solamente comportarsi da luce di schiarita.
Analizziamo alcuni esempi pratici
A tale proposito provo a misurare il livello di illuminamento di alcune aree “campione”.
Sul piano di lavoro della mia scrivania, collocata in un ufficio non particolarmente luminoso senza luce solare diretta, il livello rilevato è di 500 lux (equivalente a 1/60s – f/4.0 – 400 ISO).
È sufficiente spostarmi in un locale con ampie vetrate per rilevare un valore di 1700 lux (1/60s – f/7.0 – 400 ISO).
Uscendo all’esterno in una giornata piuttosto assolata arriviamo a 76000 lux (1/60s – f/51 – 400 ISO).
Passo quindi a confrontare i valori di luce ambiente rilevati con quelli dichiarati nelle schede tecniche di due illuminatori.
Nel primo caso un pannello circolare Phottix Nuada R4 da 70W in grado di fornire 1800 Lux a 1 metro (1/60s – f/7.0 – 400 ISO).
Nel secondo caso una torcia COB Light & Motion Stella PRO 2000 accreditata di 6260 Lux a 1 metro (1/60s – f/14 – 400 ISO)
Diventa subito evidente come il pannello LED possa rappresentare una “modesta” luce principale solo nel mio ufficio per diventare una luce di schiarita nel locale più luminoso ed essere quasi impercettibile se usato in esterno.
La torcia COB può invece rappresentare una interessante luce principale sia nell’ufficio che nel locale luminoso, per poi diventare una modesta luce di schiarita in esterni.
Consigli pratici
Il modo migliore per capire se la potenza del LED è adeguata alle nostre esigenze è senz’altro quello di misurarne la luce con un esposimetro posto alla distanza di lavoro. In fase di acquisto ciò può non essere possibile e si rende necessario affidarsi ai dati dichiarati. Ecco allora un paio di consigli pratici.
Un illuminamento dichiarato di 1000 lux a 1 metro ci consentirà di scattare a 1/50s con diaframma f/2.8 ed ISO 100.
Ogni raddoppio del valore lux ci consentirà di guadagnare 1 stop.
Non dimentichiamo però l’effetto della legge dell’inverso del quadrato della distanza.
Trascurabile per la luce solare a causa dell’enorme lontananza del sole, influisce in modo evidente sulla resa dei nostri illuminatori riducendola ad un quarto di quella originaria ad ogni raddoppio della distanza luce/soggetto. L’illuminatore in grado di fornire 1000 lux ad 1 metro, allontanato a 2 metri dal soggetto darà solamente 250 lux