Il concetto di fotografia fine-art è sia tecnico che “filosofico” e non si riferisce alla stampa, ma riguarda l’intero processo produttivo della nostra immagine: dallo scatto all’esposizione dell’opera.
Ho affrontato ed approfondito con numerosi articoli gli aspetti tecnici della tecnologia di stampa a getto d’inchiostro.
Tale definizione, però, benché perfettamente calzante, probabilmente non viene considerata abbastanza elegante e si preferisce spesso sostituirla con termini più altisonanti. Uno fra tutti quello che ho accuratamente cercato di evitare nelle mia ripetute disamine tecniche: il famigerato termine “fine art”.
Letteralmente traducibile con “belle arti”, in campo fotografico il termine fine art viene usato, o forse sarebbe meglio dire abusato. A volte è riferito alla tecnologia di stampa, altre alla tipologia di carta. Talora, invece, a sproposito, perché ci si dimentica che non è l’uso di una certa attrezzatura o di un certo materiale che conferiscono ad una immagine la qualifica di artisticità.
Il concetto di fotografia fine-art
Il concetto di fine art è sia tecnico che “filosofico” e non si riferisce alla stampa, ma riguarda l’intero processo produttivo della nostra immagine: dallo scatto all’esposizione dell’opera.
Come suggerito dalla definizione “belle arti”, i passi che conducono alla creazione di una immagine fine art nascono innanzitutto dalla scelta del soggetto e dallo scatto. Entrambi devono essere coerenti con il concetto di artisticità ed autorialità. Passano poi per la sua concretizzazione, sotto forma di stampa realizzata con apparecchiature e materiali allo stato dell’arte che ne garantiscano la durata nel tempo. Terminano infine con l’esposizione o l’archiviazione dell’opera.
La preparazione del file per la stampa di fotografie fine-art
Lo sviluppo e la preparazione del file devono avvenire in modo accurato ed in sintonia con soggetto e risultato atteso. Affinché ciò sia possibile bisogna saper unire la sensibilità di chi ha eseguito lo scatto e la competenza tecnica dello stampatore. Queste due figure non devono necessariamente essere la medesima persona. Qualora non lo siano, è fondamentale che l’idea ed il gusto dell’autore non vengano prevaricati dall’apporto del tecnico. Quest’ultimo, infatti, non deve reinterpretare lo scatto. Deve piuttosto limitarsi a fare in modo che gamma tonale, cromie e contrasti, locali e generali, del file vengano ottimizzati. Deve insomma essere garantita una corretta riproduzione, che sia coerente con l’idea originaria e che sia messa a punto in funzione delle attrezzature e dei supporti che verranno utilizzati per la stampa.
A tale proposito dovrebbe oramai essere chiara l’importanza di una corretta implementazione della gestione del colore, di cui tanto abbiamo parlato, come base per una accurata post produzione e come strumento imprescindibile per garantire prevedibilità dei risultati.
Strumenti e supporti
Passaggio imprescindibile nella realizzazione di una stampa fine-art è anche la scelta del supporto più idoneo. Sarebbe sbagliato basare la propria scelta unicamente sul prestigio del marchio della carta o sul suo prezzo, più o meno elevato.
Troppo spesso ho visto proporre, o chiedere, stampe su fantomatiche carte fine-art con la promessa, o la speranza, che il supporto di prestigio potesse di per sé nobilitare scatti… ignobili.
Inchiostri a pigmenti e supporti realizzati con cellulosa pregiata, come quella del cotone, sono un primo criterio di valutazione. Per quanto concerne le carte, poi, è importante accertarsi della neutralità del supporto e la rispondenza alle norme ISO 9706.
Come regola generale, affidiamoci unicamente a produttori che siano in grado di certificare le prestazioni dei materiali forniti.
Come abbiamo visto, però, c’è carta e carta! A questo proposito sarà anche necessario valutare la capacità di riproduzione del colore del supporto. Esso andrà scelto in funzione dello scatto, affinché non si corra il rischio di non poter stampare alcune tonalità presenti nel file.
Nel contempo dovremo anche verificare la coerenza fra il messaggio che vogliamo trasmettere con la nostra immagine e la finitura dei supporti. Alcune carte donano una matericità importante che, ancora una volta, deve entrare in sintonia con il soggetto, senza snaturarlo. Difficilmente uno scatto di lucidi particolari meccanici potrà sposarsi bene con una carta dalla texture accentuata, altrettanto difficilmente un ritratto dal gusto pittorico si presterà ad essere stampato su una carta dalla superficie a specchio.
Dimensioni, finitura e presentazione
Preparato il file e operata la scelta della carta, dovremo decidere le dimensioni in cui realizzare l’opera. A tale proposito, considerando che la distanza ottimale di visione corrisponde a circa tre volte la diagonale del formato, è importante considerare come le dimensioni di stampa influiscano sulla relazione che si instaura fra lo spettatore e la fotografia, e su come quest’ultima si contestualizza nell’ambiente in cui verrà esposta.
Una volta realizzata, è importante che la nostra fotografia fine-art abbia un’adeguata collocazione o presentazione. In caso di archiviazione dovrà essere posta in ambienti idonei ed in apposite scatole, a pH neutro, che ne garantiscano la conservazione. Ricordo che le scatole in cui è contenuta la carta vergine non sono adatte a conservare le stampe: i materiali con cui sono realizzate sono innocui per la carta non stampata, ma non per gli inchiostri.
In caso di esposizione la stampa dovrà essere montata con pannelli e passe-partout acid free e, possibilmente, protetta con vetri museali. Oltre ad eliminare i riflessi e consentire una migliore visione, tali vetri particolari la proteggeranno dallo sbiadimento dovuto ai raggi UV.
Conclusione
Quello di fotografia fine-art è un concetto molto ampio che comprende i materiali impiegati, ma essi sono solamente una parte del processo. Si possono realizzare ottime immagini anche con materiali meno pregiati. Nel contempo immagini di scarsa qualità ed impatto, anche se stampate su supporti prestigiosi, difficilmente potranno meritare l’appellativo di fine-art.
Sono appassionato di fotografia e stampo in proprio le mie foto. Sto leggendo con molto interesse i tuoi articoli dedicati alla gestione del “colore” nella fotografia.
Complimenti!
Ciao Dervis,
grazie del commento e buona lettura!
massimo