Affinché il nostro display possa riprodurre i colori in modo prevedibile, oltre che calibrato deve essere profilato. Occupiamoci quindi della profilazione monitor.
Negli articoli precedenti vi ho motivato l’importanza di ricorrere a un monitor in grado di riprodurre un’ampia gamma di colori e vi ho illustrato la necessità che lo stesso sia calibrato. Solo in questo modo, infatti, esso sarà in grado di riprodurre giorno dopo giorno i nostri file in modo coerente e costante.
Ho infatti definito la calibrazione come la procedura in grado di riportare il monitor ad uno stato predeterminato e, soprattutto, ripetibile. La calibrazione avviene riportando il nostro display entro certi parametri predeterminati.
Tale operazione è facilmente eseguibile seguendo le indicazioni di un apposito strumento: un colorimetro o, talvolta, uno spettrofotometro. Posizionata la sonda sullo schermo, il software fornito in dotazione guiderà l’utente a regolare i comandi del monitor quali luminosità, contrasto e temperatura colore. In seguito concluderà l’operazione memorizzando ulteriori correzioni nella LUT (Look Up Table) della scheda grafica del computer in uso.
La calibrazione non coinvolge solo il monitor
Il fatto che una parte della calibrazione venga “scritta” in un componente del computer dovrebbe di per sé farci capire che questa procedura non coinvolge solamente il monitor, ma l’intera catena di riproduzione dell’immagine. Un monitor può infatti essere calibrato unicamente se collegato al computer che lo piloterà per l’uso quotidiano.
Importante soffermarsi ancora un attimo sull’importanza della scheda grafica.
Affinché la calibrazione sia efficace, è necessario che il software di calibrazione abbia accesso alla “memoria” della scheda grafica, la già citata LUT. Software antivirus particolarmente “protettivi” o driver della scheda grafica non aggiornati possono bloccare tale accesso. Qualora il software di calibrazione non fosse in grado di terminare la procedura ed evidenziasse qualche errore, due sono i consigli. Il primo è quello di aggiornare i driver della scheda grafica scaricandoli dal sito del produttore, senza accontentarsi di quelli “generici” del sistema operativo; il secondo è quello di provare a disattivare il software antivirus durante la procedura di calibrazione.
I sistemi a doppio monitor
Un’esperienza potenzialmente frustrante può poi essere il tentativo di calibrazione di un sistema a doppio monitor, o anche monitor più videoproiettore.
Sebbene quasi tutti i computer, portatili o fissi, dispongano oramai di più uscite video, non è assolutamente detto che la scheda grafica disponga di una doppia LUT o, se anche così fosse, che il sistema operativo in uso sia in grado di gestirla.
Mentre in ambiente Mac questo problema è pressoché inesistente, se l’esigenza è quella di calibrare entrambe le uscite di un sistema Windows, è fondamentale verificare che hardware e sistema operativo lo consentano. Diversamente ogni tentativo di calibrazione di uno dei due display… scalibrerà l’altro!
La profilazione del monitor
Nel precedente articolo ho premesso che, sebbene si tenda a unificare, la calibrazione è solo una delle due operazioni necessarie a far si che il nostro monitor diventi un affidabile banco di lavoro.
Dopo averci indicato come regolare i comandi dello schermo, il software inizierà ad inviare al monitor una serie di campioni colore da visualizzare. Lo strumento appoggiato al display ne leggerà i valori. Eccoci passati alla fase di profilazione del monitor, ovvero alla misurazione del comportamento della nostra periferica.
Senza più bisogno del nostro intervento, il software confronterà il valore RGB inviato per la visualizzazione con quello rilevato dallo strumento, provvedendo a compilare una tabella in grado di mettere in relazione tali valori e le loro discordanze. Al termine della procedura questa tabella, insieme ad altri parametri, verrà memorizzata in un file denominato profilo colore ICC.
Il profilo colore del monitor è in assoluto quello più semplice da utilizzare, in quanto non richiede intervento da parte dell’utente. Una volta salvato, il software lo imposterà come come “predefinito” a livello di sistema operativo, e sarà il sistema operativo che lo utilizzerà automaticamente durante la visualizzazione di qualsiasi immagine.
Sfatiamo qualche mito
Non è detto che un monitor correttamente calibrato e profilato sia in grado di riprodurre perfettamente le nostre immagini. Calibrazione e profilazione del monitor servono unicamente a garantire che il display riproduca il colore al meglio delle sue possibilità, ma comunque entro i suoi limiti. Calibrare un monitor di scarsa qualità non servirà a colmare le sue lacune.
Allo stesso modo lavorare con due (o più) monitor calibrati e profilati non è automaticamente garanzia che le immagini siano visualizzate in modo identico. I monitor non sono tutti uguali, e non è detto che sia sempre possibile raggiungere una buona corrispondenza fra due modelli diversi… e a volte neanche fra due modelli identici: la precisione assoluta è solo teorica.
Infine, spero che la quantità e la minuziosità delle operazioni coinvolte nelle procedure di calibrazione e profillazione siano sufficienti a motivare il fatto che siano eseguibili unicamente in via strumentale. Le utility disponibili in qualche sistema operativo o reperibili in rete, infatti, possono nel migliore dei casi aiutare a regolare la temperatura colore e la curva di gamma del monitor, ma di sicuro non possono eseguire una precisa calibrazione né creare un profilo ICC.