Insieme a diaframma e tempo di scatto, gli ISO rappresentano uno dei pilastri del triangolo dell’esposizione. Scopriamo insieme cosa rappresentano e impariamo come impostarli correttamente.
Per capire cosa sono gli ISO in fotografia, dobbiamo fare un passo indietro e chiederci cosa fosse la sensibilità nell’era pre-digitale. In quel periodo, le pellicole fotografiche avevano diversi livelli di sensibilità, o “velocità”. Più alta era la velocità della pellicola (valore ISO più alto), maggiore era la sua sensibilità alla luce, consentendo l’utilizzo di tempi di scatto più rapidi rispetto a quelli permessi da una pellicola “più lenta”. L’utilizzo di pellicole ad alta sensibilità era particolarmente utile per soggetti in movimento e in condizioni di scarsa illuminazione.
Cosa sono gli ISO?
Quindi gli ISO, ovvero la sensibilità, non sono altro che una delle tre componenti del triangolo dell’esposizione, insieme all’apertura del diaframma e al tempo di scatto. Ma come vengono misurati? Quando è stata inventata la pellicola, la sua velocità veniva misurata utilizzando diverse scale di valutazione. Le scale più note, come quella lineare ASA americana e quella logaritmica DIN tedesca, sono state unificate verso la fine del XX secolo nel sistema ISO standardizzato che conosciamo oggi.
Le moderne fotocamere digitali, ovviamente, non utilizzano la pellicola ma ricorrono alla medesima scala ISO per dare un’indicazione della sensibilità del sensore alla luce. Anche se quest’ultimo non può essere cambiato per adattarsi al soggetto (a differenza di quanto accadeva con la pellicola), la sua sensibilità può essere opportunamente modificata dalla circuiteria della fotocamera. Questo avviene per mezzo del controllo ISO.
Possiamo pensare agli ISO come al controllo del volume della radio. Se il segnale che arriva all’apparecchio è debole, possiamo alzare la manopola del volume. Anche il segnale catturato dal sensore può essere amplificato. Questo ci permetterà di impostare diaframmi più chiusi o tempi di scatto più veloci anche in situazioni di scarsa illuminazione.
Il vantaggio del digitale rispetto alla pellicola è che l’impostazione ISO può essere modificata per ogni singolo scatto. Ciò la rende uno strumento molto potente per il fotografo, consentendogli di adattarsi rapidamente a qualsiasi situazione di ripresa.
Cosa significa ISO
Quindi, ora che abbiamo dato una risposta alla domanda “cosa sono gli ISO” possiamo cercare di capire cosa significa questa sigla. ISO è l’acronimo dell’Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione: un’organizzazione che crea migliaia di standard concordati per una vasta gamma di prodotti, procedure e pratiche. Per il fotografo, l’ISO è semplicemente un insieme di numeri: la scala delle sensibilità.
La scala ISO
La sensibilità di base della maggior parte delle fotocamere digitali è ISO100. Ma è tipicamente aumentata premendo il pulsante appropriato, quindi ruotando una ghiera o utilizzando un’impostazione del menu. Su alcune fotocamere, potresti persino ottenere una ghiera di controllo ISO separata.
La scala è tale che il raddoppio del numero ISO raddoppia la sensibilità del sensore. Quindi, aumentando l’impostazione ISO da 100 a 200, significa che, per ottenere la stessa esposizione complessiva, puoi utilizzare un tempo di scatto che è la metà (o il doppio più veloce).
Ogni raddoppio dell’ISO aumenta anche la sensibilità di un intero stop di esposizione, con la tipica scala ISO di un intero stop che progredisce a 100, 200, 400, 800, 1600 e così via.
L’impostazione massima dell’ISO varia a seconda dell’età e del costo della tua fotocamera. Le impostazioni massime tipiche vanno da ISO 3200 a ISO 819.200.
In modo bizzarro, le impostazioni ISO superiori su alcuni modelli sono “nascoste” e devono essere abilitate utilizzando un’opzione personalizzata chiamata “Espansione ISO” o simile. Il motivo di ciò è che ogni volta che aumenti l’impostazione ISO, ottieni anche una diminuzione della qualità dell’immagine.
L’aumento del segnale dell’immagine amplifica infatti anche le impurità nel segnale note come “rumore”. Questo rumore si manifesta come grana e macchie di colore nell’immagine – e diventa progressivamente più evidente quanto più alta è l’impostazione ISO.
Quando è utile alzare la sensibilità
Alcuni fotografi cercano di resistere all’aumento dell’ISO nella speranza di ottenere immagini migliori senza grana. Tuttavia, aumentare gli ISO spesso consente di aumentare la qualità dell’immagine complessiva, poiché questa semplice regolazione ti permetterà di utilizzare una velocità dell’otturatore più elevata, scongiurando così il mosso. Una foto granulosa è (quasi) sempre meglio di una sfocata!
Un valore ISO più elevato può anche consentirti di utilizzare un’apertura più chiusa, aumentando la profondità di campo e quindi aumentando l’estensione dell’area nitida della tua immagine.
Sebbene la possibilità di impostare valori ISO elevati sia preziosa in condizioni di scarsa illuminazione, non sempre è necessario farvi ricorso. Infatti, se il tuo soggetto non si muove e se riesci a tenere la fotocamera ferma appoggiandoti ad un muro o ricorrendo ad un treppiede, potrai impostare un valore ISO basso compensando la mancanza di luce con un tempo di scatto più lento. Allo stesso modo, se stai utilizzando il flash, le impostazioni ISO elevate non sono necessarie (anche se aumentando l’ISO aumenterai il range utile del tuo flash e stresserai meno le sue batterie).
Il rumore digitale
Ci sono due diversi tipi di rumore che possono affliggere le nostre immagini digitali.
Il rumore di luminanza appare come un motivo a chiazze, come granelli di sabbia nera, ed è simile alla grana che si trovava quando si utilizzavano pellicole in bianco e nero ad alta ISO.
Il rumore cromatico è colorato e sembra lo scintillio simile all’arcobaleno quando si guarda una macchia di olio (ed è simile nell’aspetto ai pattern maculati del colore della pellicola ad alta ISO quando si ingrandivano le foto).
È importante considerare questi due tipi di rumore separatamente, poiché ciascuno può essere ridotto utilizzando strumenti diversi durante la fase di editing. Proprio di recente, come ho descritto qui, Lightroom e Camera Raw di Photoshop hanno introdotto importanti funzioni per la riduzione del rumore basati su intelligenza artificiale, rendendo quasi superfluo il ricorso ai numerosi software specializzati presenti sul mercato.