Il tipo di carta è fondamentale per la qualità delle nostre stampe.
Impariamo a sceglierla in base a necessità e caratteristiche.
L’evoluzione della tecnologia di stampa a getto d’inchiostro ha oramai raggiunto livelli di qualità e longevità pari o superiori a quelli della stampa analogica.
Quanto tempo e quanto inchiostro sono passati dalla mia prima stampante. Si trattava di una HP Deskjet 500C degli anni ’90 che produceva stampe paragonabili… ad opere di un puntinista dell’Ottocento!
Se le testine sono oggi in grado di spruzzare gocce sempre più minute ed i set di inchiostri sono sempre più estesi, non dobbiamo dimenticare che un altro fattore determinante per la qualità finale delle stampe è rappresentato dalla carta.
Anche i supporti, infatti, di pari passo con stampanti ed inchiostri hanno beneficiato di una importante evoluzione, fondamentale ai fini della qualità delle stampe ottenibili.
Se ai tempi della stampa analogica l’unico dilemma era rappresentato dalla scelta fra la superficie lucida e quella opaca, l’offerta odierna è decisamente più ampia. Basta guardare il campionario di un qualsiasi produttore di carte per rendersene conto. Cerchiamo allora di capire quali sono i tipi di carte per la stampa inkjet e come sceglierli.
Il coating
Dobbiamo innanzitutto premettere che tutte le carte per la stampa inkjet di qualità hanno una finitura superficiale detta coating. Essa serve per consentire alla carta di ricevere l’inchiostro mantenendo la nitidezza della stampa. L’inchiostro spruzzato su carte non pensate per questa tipologia di stampa si spanderebbe nelle fibre, dando origine a stampe sbavate. Questo è ciò che accade, ad esempio, provando ad utilizzare la classica “carta comune” da fotocopie con una stampante inkjet.
Le carte possono essere catalogate secondo diversi parametri, quali aspetto, struttura, peso, finitura, ma proviamo innanzitutto a suddividerle in due grandi famiglie.
Le carte fotografiche
Una prima macrocategoria è quella delle carte fotografiche. Si tratta di supporti di stampa la cui finitura superficiale può essere lucida, semilucida, perla… esattamente come quella delle carte offerte dai laboratori tradizionali, delle quali riproducono fedelmente l’aspetto. L’offerta dei produttori è veramente ampia e queste carte sono disponibili in pesi che vanno dai 160 ai 300 e più grammi per metro quadro. Inutile dire che i cartoncini sopra i 260-270 g/mq sono quelli che conferiscono una piacevolezza anche tattile alle nostre fotografie. Lo strato ricevente dell’inchiostro può essere di polimeri organici (carte “swellable”, compatibili con inchiostri a base acqua) o microceramico (“microporous/nanoporous”, compatibile con i più recenti inchiostri a pigmenti).
Nel primo caso la goccia d’inchiostro si deposita sulla superficie e lentamente viene assorbita dall’apposito strato. Nel secondo caso, la goccia d’inchiostro penetra immediatamente nelle porosità del coating, garantendo un’asciugatura immediata.
Proprio come le carte “analogiche”, anche le carte fotografiche inkjet possono poi avere una struttura “politenata” (resin coated o RC in inglese) o “baritata”. Nel primo caso la base di carta è protetta da due strati plastici per garantirne stabilità dimensionale. Nel secondo la base di carta, realizzata con materie prime di alta qualità, è trattata con solfato di bario per ottenere una tonalità perfettamente bianca.
Generalmente questo tipo di carte è in grado di accettare una elevata inchiostrazione senza deformarsi né ondularsi.
Le carte inkjet matt
Una seconda macrocategoria è quella delle carte “matt” o opache. Anch’esse hanno un apposito strato ricevente dell’inchiostro, ma il loro aspetto è sempre tendenzialmente opaco: più simile alle carte artistiche che a quelle fotografiche. Possono essere realizzate con materiali più o meno pregiati: dalla comune cellulosa, all’alfacellulosa sino alle fibre di cotone, bambù o gelso per i supporti dedicati al cosiddetto fine-art.
La qualità del materiale usato per la base influisce sia sulla qualità della stampa che sulla sua longevità. Le carte più prestigiose sono solitamente realizzate in modo da essere totalmente neutre in modo da non far degradare la colorazione degli inchiostri.
Come per le carte fotografiche, il peso gioca un importante ruolo nella piacevolezza non tanto visiva quanto tattile delle nostre stampe. Un cartoncino da 300-320g/mq sarà anche piacevolmente “palpabile”. Un’altra importante caratteristica che, insieme al peso, rende unica ogni carta di questa famiglia è la finitura superficiale, nota con il nome di “texture”. Difficile descriverla a parole. Si passa da carte opache, ma lisce come una buccia di pesca a carte con una goffratura evidente in grado di riprodurre l’aspetto di un muro o di un acquarello.
Proprio perchè le carte non si possono raccontare e la scelta basta sui meri dati tecnici può essere ardua, i principali produttori realizzano delle apposite confezioni di test, i sample pack, contenenti vari tipi di carte per la stampa inkjet.
Questi kit contengono uno o due fogli di ciascuna delle numerose carte offerte dal brand al fine di poter scegliere, toccando con mano, quella più adatta alle esigenze tecniche ed artistiche dettate dalle immagini che vi stamperemo.
Se ti interessa approfondire l’argomento, puoi proseguire con la lettura di questo articolo.